Un plauso ai docenti dell’Istituto comprensivo Minozzi Festa di Matera e ai genitori degli studenti da parte della dirigente scolastica Maria Rosaria Santeramo: ai primi, per “aver immediatamente compreso quanto fosse importante creare spazi di ascolto e laboratori emozionali per aiutare i bambini /ragazzi, anche quelli apparentemente meno toccati, a superare il sentimento del vuoto, della mancanza”, ai secondi per “aver subito compreso quanto fosse importante affiancare i propri figli, vivendo la didattica a distanza come un’occasione (benché impegnativa e a volte faticosa) per dedicarsi a loro e non come una forma di ingerenza o di invasione nella vita familiare”.
La dirigente Santeramo lo sottolinea porgendo i saluti di fine anno scolastico.
“Ora ci aspetta l’ultimo miglio, forse il più impegnativo, il più delicato. – sottolinea – Ci viene chiesto di chiudere l’anno scolastico ricorrendo a strumenti, categorie, qualificazioni proprie della didattica ordinaria. Mi riferisco all’attività di valutazione, che, pur con tutte le cautele del caso, stride con l’impostazione didattica adottata negli ultimi tre mesi.
Non si può usare un setaccio a maglie strette per cernere granelli diversi ma di dimensioni troppo grandi”.
“Alcuni ragazzi/bambini – non molti, in verità, ma pur sempre troppi – ce li siamo persi per strada: quelli più fragili – alcuni lo erano già da prima, altri lo sono diventati a distanza – magari inseriti in nuclei familiari altrettanto fragili, non in grado di guidarli e supportarli (anche sul piano volitivo).
Alcuni, pur impegnandosi, hanno pian piano perso la motivazione: lo slancio verso l’apprendimento si è affievolito, forsanche per il venir meno di quella sana (o insana) competizione che solo la presenza in classe dei compagni può creare.
Qualcuno/a, invece, è letteralmente “fiorito/a”; è diventato un altro/a, ovviamente in senso positivo: probabilmente la presenza di uno schermo (mi riferisco soprattutto agli adolescenti) tra sé e il docente o tra sé e i pari ha diluito l’effetto branco e gli/le ha offerto l’opportunità di dare il meglio.
Tante cose sono accadute, previste, prevedibili, imprevedibili.
Il momento richiede, quindi, ancora una volta l’impegno e la collaborazione dell’intera comunità educante”.
Infine, i cambiamenti inevitabili che dovranno essere affrontati nel futuro prossimo, con l’inizio del nuovo anno scolastico e con la consapevolezza “che la didattica a distanza non può minimamente sostituire quella in presenza”.
“Tutti (docenti, allievi, famiglie) dovremo accettare l’idea che nulla potrà tornare come prima; dovremo fare i conti con una “nuova” normalità, che esige il rispetto di una distanza di almeno un metro tra un banco e l’altro, che chiede agli allievi dai sei anni in su di indossare la mascherina (per cortesia, abituateli sin d’ora), che riduce l’unità oraria per far fronte ad un numero doppio (perché dimezzate) di classi, etc.
Va, quindi, ricercato un complesso equilibrio tra sicurezza (dato il rischio di contagio), benessere socio emotivo degli allievi e degli operatori della scuola, qualità dei contesti e dei processi di apprendimento, rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione”.
È innegabile quanto l’aggregazione – purtroppo l’elemento principale di rischio (di contagio) nelle scuole, data la complessità della gestione – rappresenti la forza e l’energia propulsiva del sistema educativo: “Stiamo già pensando ad alcune soluzioni organizzative in linea con le raccomandazioni contenute nello specifico Documento tecnico.
È iniziata un’interlocuzione con l’Assessore all’Istruzione e alle Politiche sociali, M. Antonicelli, e con l’Ufficio Scuole a cui abbiamo rappresentato alcuni bisogni relativi alle infrastrutture.
Ad horas si attendono le Linee guida del Ministero circa gli ordinamenti.
In cima alle nostre preoccupazioni – conclude la dirigente Santeramo – ci sono i bambini più piccoli (che molto hanno patito per l’attività a distanza) e, in generale, coloro che l’anno prossimo frequenteranno le classi iniziali, i più disorientati.
Vaglieremo in seno al Consiglio di Istituto le diverse ipotesi organizzative, anche sulla base delle risposte dell’Amministrazione Comunale.
L’adozione di misure di prevenzione individuali e collettive presuppone un forte senso di responsabilità da parte di studenti, famiglie, docenti, personale ATA: i comportamenti generali, sinora praticati per il contenimento dell’epidemia, dovranno essere declinati in chiave collettiva e adattati al contesto scolastico.
Tecniche e metodologie didattiche, da un lato, organizzazione familiare dall’altra, saranno nuovamente sottoposte allo stress del cambiamento.
I più avveduti ritengono che la rinascita della Nazione non può che partire dal rilancio del sistema istruzione, teso com’è alla formazione delle generazioni future.
Potrebbe essere l’occasione storica per riformare una scuola lenta e troppo burocratica.
Abbiamo il dovere di crederci. Insieme ce la faremo”.