E’
un bilancio molto positivo quello della Biblioteca della cultura
sportiva “Pietro Mennea”, inaugurata alcuni giorni fa nella
Biblioteca provinciale di Matera, in occasione del “Mennea Day”,
il quarantennale del suo fantastico record del mondo dei 200
metri.
Decine
di lettori hanno visitato ogni giorno i locali messi a disposizione
della Fondazione Matera Basilicata 2019 dalla Provincia per
consultare i volumi donati dalle case editrici, dagli autori e dai
singoli cittadini che vogliono essere partecipi di questa iniziativa.
La BCS Pietro Mennea è stata inaugurata nel quadro di Sport Tales,
il programma dedicato allo sport per Matera 2019, capitale europea
della cultura ma destinata a durare nel tempo, come punto di
riferimento stabile per la diffusione della cultura sportiva.
“Grande
riscontro – ha commentato Luca Corsolini, responsabile del progetto
Sport Tales – stanno raccogliendo i primi elementi di multimedialità
utilizzati. Nell’attesa di munirci di una vera e propria sezione
multimediale, infatti, abbiamo munito le aree tematiche di QR code,
per visualizzare su tablet e smartphone i video che rappresentano le
imprese narrate nei libri presenti. Così, in occasione del
centenario della nascita di Fausto Coppi, molti appassionati hanno
potuto rivivere le grandi emozioni dell’epoca rivedendo i video in
bianco e nero con i trionfi del Campionissimo”.
“Motivo
di grande soddisfazione – conclude Corsolini – è anche l’arrivo
delle prime tesi di laurea sullo sport, che andranno a costituire una
nuova sezione. Ci inorgoglisce, in particolar modo, che una
campionessa olimpionica del rango e delle qualità umane di Iosefa
Idem abbia scelto di affidarci il testo con cui si è laureata in
Psicologia nell’anno accademico 2016-17 presso l’Università
telematica e-Campus. Seguirà a breve Margherita Panziera, la
campionessa europea dei 200 dorso, che ci invierà la tesi di laurea
in economia aziendale”.
La
grande canoista italo-tedesca, iscritta al Corso di Scienze e
Tecniche Psicologiche ha dedicato il suo lavoro all’Intelligenza
Agonistica, con una ricerca sul Modello Sfera, che definisce appunto
le abilità richieste per massimizzare le prestazioni sportive. Un
capitolo è dedicato a uno straordinario caso di successo: la
sedicenne tedesca Ulrike Meyfarth che, ad appena sedici anni, nel
1972, vince a Monaco di Baviera l’oro olimpico nel salto in alto.