Anche la Direzione Regionale dei Musei della Basilicata ha aderito lo scorso 25 marzo, al Dantedì, giornata dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri, recentemente istituita dal Governo, nella data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia.
I musei e i luoghi di cultura della rete lucana hanno promosso, attraverso i rispettivi canali digitali, opere d’arte di ispirazione dantesca presenti nel patrimonio custodito, ma anche originali video letture dei Canti della Divina Commedia, utilizzando gli hashtag #dantedì #ioleggoDante. Una ulteriore occasione di rilancio per i musei statali della Basilicata, che nonostante la chiusura al pubblico dovuta all’emergenza Coronavirus, continuano senza sosta le loro attività, utilizzando lo strumento del web per raggiungere virtualmente i visitatori.
A Matera, il Museo archeologico nazionale “Domenico Ridola” ha presentato, nell’iniziativa ‘Dante e il sogno della Sirena’, il cratere a figure rosse con Scilla del 330-320 a.C, che ben si presta a rappresentare il canto decimonono della Divina Commedia in cui è protagonista, nel sogno del Poeta, una sirena. Con ‘DantePAT’, una produzione del TeatroPAT di Matera, è stata proposta la lettura scenica con pupazzi e attori del V Canto dell’Inferno (videoclip di e con Anna Onorati e Marco Bileddo, pupazzi realizzati da Tina Latorre). Il Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata, a Palazzo Lanfranchi, con ‘Viaggio in compagnia di Dante’ ha invece proposto un ideale viaggio con inizio sulla Terrazza del Museo e la sua vista sui Sassi, descritti da Carlo Levi, attraverso l’ascolto del canto delle anime imploranti del Purgatorio, per giungere infine dinanzi all’Annunciazione. Il Museo archeologico nazionale di Metaponto, a Bernalda con ‘Lo giorno se n’andava…’ ha voluto far conoscere un prezioso frammento del bacino lustrale in terracotta (perirantherion in greco antico) proveniente dal sito dell’Incoronata, su cui è rappresentato a bassorilievo uno scontro tra due fazioni intorno al corpo di un caduto. Un richiamo alle prime terzine del canto II dell’Inferno, che segnano l’inizio del viaggio ultraterreno di Dante, al tempo stesso sfida e guerra. A Policoro il Museo archeologico nazionale della Siritide ha rilanciato la lettura scenica ‘DantePAT’, questa volta dedicata al XXVI Canto dell’Inferno.
La lettura del Canto XXVI dell’Inferno affidata alla genialità di Roberto Benigni è stata riproposta dal Museo archeologico nazionale del melfese Massimo Pallottino di Melfi in ‘Dante, il grande visionario’, con l’intento di unire idealmente tutti, attraverso il poeta che rappresenta l’Unità del Paese e l’idea stessa di Nazione, per riflettere sulle parole di Ulisse e sulla terzina chiave del canto, con uno sguardo rivolto al futuro: “Considerate la vostra semenza: _ fatti non foste a viver come bruti, _ ma per seguir virtute e conoscenza”. Il Museo archeologico nazionale della Basilicata Dinu Adamesteanu, a Potenza, ha proposto, con ‘Dante e il culto della dea Mefite’, un focus sull’acqua come simbolo di purezza, fertilità e ricchezza nella cultura sacra lucana. Nei versi finali del XXXIII Canto del Purgatorio, Dante viene inviato da Matelda a bere le acque del fiume Lete al fine di dimenticare i suoi peccati e purificarsi per ascendere al Paradiso. Allo stesso modo i fedeli alla dea Mefite, cui è dedicato il santuario di Rossano di Vaglio, si rendevano degni di accedere alla casa della dea, attraverso le acque purificatrici. A Maratea, il fumettista Silvio Teot, in arte Vilosi, ha realizzato e donato al Museo di Palazzo De Lieto che ospita la Pinacoteca Angelo Brando, una sua vignetta con citazione presa dell’Inferno di Dante, dal titolo ‘E quindi uscimmo a riveder le stelle…’. Disegnatore raffinato e graffiante, Vilosi coltiva da sempre una grande passione per i fumetti. Per ‘DantePAT’, si è scelto qui di leggere il I Canto dell’Inferno. Il Museo archeologico nazionale di Muro Lucano ha fatto conoscere la mostra ’15 scatti danteschi del fotografo Filippo Verova ambientati nei siti archeologici, artistici e naturalistici del Parco dell’Appenino Lucano’, realizzata in collaborazione con il MiBACT, l’APT di Basilicata e l’Ente Parco. Il Parco archeologico di Venosa è diventato invece il luogo emblematico per ricordare l’incontro fra Dante e il poeta venosino Orazio. Nel IV Canto dell’Inferno (Limbo 79 ss) il Sommo Poeta incontra Virgilio in compagnia di Omero che regge in mano una spada, Orazio autore delle ‘Satire’, Ovidio autore delle ‘Metamorfosi’, Lucano autore del ‘Bellum civile’. Infine, il Museo archeologico nazionale dell’Alta Val d’Agri a Grumento Nova, ha rilanciato, per ‘DantePAT’, la lettura XXVI Canto dell’Inferno.
Già lo scorso anno, nell’ambito delle iniziative di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, la Direzione Regionale dei Musei della Basilicata (già Polo Museale della Basilicata), aveva promosso, insieme alla Fondazione Matera Basilicata 2019 e al Teatro delle Albe di Ravenna, delle attività specifiche dedicate a Dante e alla Divina Commedia. Fra maggio e giugno, in concomitanza con la messa in scena dello spettacolo “Purgatorio – Chiamata Pubblica per la Divina Commedia di Dante Alighieri” con l’ideazione, direzione artistica e regia di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, coprodotto da Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Ravenna Festival/Teatro Alighieri in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi sono stati ospitati quattro appuntamenti fra presentazioni di libri, reading e incontri con studiosi di Dante quali Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Danièle Robert, Laurence Van Goethem, Laura Mariani, Giuseppe Fornari.