Unite da un legame artistico che dura da oltre un decennio e dalla particolarità delle pietre in cui da sempre si identificano, la calcarenite (comunemente detta “tufo”) e la pietra arenaria, una roccia sedimentaria costituita da sabbia cementata: il fil rouge tra Fanano e Matera si rafforza con una collettiva di artisti fananesi – due scultori e un fotografo – ospitata fino al 9 giugno nello Studio Arti Visive in via delle Beccherie n. 41 nella Città dei Sassi. In questa singolare comunione artistica – promossa grazie allo Studio Arti Visive del prof. Franco Di Pede e dei figli Mino e Maria Grazia e all’Associazione USSP, con il patrocinio del Comune di Fanano e dell’Urban Stone Sculpture Park di Fanano – sono esposte sculture e fotografie che testimoniano e rinnovano, attraverso l’arte, quelle tradizioni, in particolare quella storica della lavorazione della pietra locale, che accomunano entrambe le comunità di Fanano e Matera.
Gionata Orsini è un artista che trasforma in opere d’arte tronchi di piante secche o spezzate dalle intemperie e arenarie recuperate nel fananese. Da oltre quarant’anni incide la pietra creando in modo particolare le “marcolfe”, maschere propiziatorie parte di una tradizione molto antica ed elemento importante di identità dell’intera comunità.
Giuliano Berri con il tempo ha imparato a conoscere la pietra, dapprima per lavoro, e successivamente a lavorarla, trasformarla ed integrarla con altri materiali (legno, ferro e rame) per creare delle sculture.
Roberto Leoni, fotografo professionista dal 1996, si dedica principalmente alla fotografia di architettura. Già ospite della galleria nel 2017 con una mostra su Fanano e il suo Simposio Internazionale di Scultura, in questa occasione presenta immagini che documentano il lavoro in una cava di tufo a Montescaglioso (MT).
La mostra può essere visitata dalle 18 alle 21.
Rossella Montemurro