Il termine narcisismo descrive, secondo Alexander Lowen, una condizione sia psicologica che culturale. Lo scriveva nel 1985 nel suo libro Il narcisista e oggi più che mai sappiamo, soprattutto dalla cronaca, quanto siano diffusi i narcisisti: in modo particolare perché nella maggior parte dei femminicidi è un narcisista a compierli. Mai come adesso viviamo in una cultura narcisistica, ossessionata dal potere e che promuove l’immagine di uomini e donne forti, una società basata sull’importanza dei soldi, del potere e dell’assenza delle emozioni, una società convinta che la scienza possa sconfiggere la morte.
È partendo da questi assunti che si è sviluppato il seminario “Ti lascio andare. Le forme di narcisismo e la dipendenza affettiva” organizzato a Matera, nella sala gremita della Casa di spiritualità Sant’Anna, dallo studio di psicologia clinica Spazio Persona.
Hanno relazionato la dottoressa Federica Cavicchini (psicologa, counselor professionale e coach) e la dottoressa Stefania Albanese (psicologa/psicoterapeuta).
“Siamo di fronte a un’ondata di violenza che sembra inarrestabile. Ma è una violenza che possiamo fermare, dal mio punto di vista, con una vera e propria rivoluzione culturale che riporti al centro l’essere umano con la sua umanità – che è fatta di vulnerabilità, di sentimenti di dignità, integrità e amor proprio”, ha affermato la dottoressa Cavicchini.
“Il nostro territorio – le ha fatto eco la dottoressa Albanese – ha enormemente bisogno di queste iniziative perché pochi sono ancora i gruppi formati, culturalmente preparati, i professionisti che hanno alle spalle esperienze ventennali, come la nostra, rispetto alla violenza sulle donne e a tutto ciò che implica a livello psichico (tanto per la donna tanto per chi assiste la violenza insieme a lei, i minori). Questo seminario vuole essere un momento di riflessione e vuole dare degli approcci anche scientifici, parlando della psiche umana sia per quanto riguarda quello che oggi viene definito il narcisista, sia per quanto riguarda quello la donna con dipendenza affettiva”.
In sintesi, “Ti lascio andare” è stato uno spazio di riflessione e di apprendimento per leggere, comprendere e fermare la spirale di violenza contro le donne ed in generale i deboli e gl’indifesi, dando inizio ad una rivoluzione culturale che ci permetta di andare oltre la rabbia, il dolore e il senso d’impotenza che stiamo provando e di iniziare a compiere azioni concrete che nascono dal saper riconoscere la violenza non solo nelle sue forme più eclatanti ma in quelle più subdole, andando oltre i pregiudizi, gli stereotipi e le stigmatizzazioni in cui tutti siamo immersi.
E’ indispensabile che simili iniziative siano condotte da professionisti del settore: “Sono problematiche che riguardano la psiche umana, la personalità e le relazioni, quindi diventa importante ricevere delle informazioni che siano corrette e che abbiano delle basi scientifiche per poter poi essere aiutati a riconoscere la violenza non solo nelle sue forme più eclatanti ma anche in quelle più subdole”, sottolinea la dottoressa Cavicchini.
“Tutto quello che vediamo è anche un bombardamento mediatico dove parlano molto spesso i giuristi, gli avvocati e poco si parla di ciò che succede nella psiche di un uomo che arriva a uccidere una persona o ad agire in questa modalità, e poco si parla del perché una donna diventa una dipendente affettiva – aggiunge la dottoressa Albanese – Per noi è veramente importante dare una lettura psichica, intra psichica e a livello scientifico di ciò che succede, del perché ancora oggi un narcisista incontra un dipendente affettivo e un dipendente affettivo incontra un narcisista”.
Rossella Montemurro