L’essenzialità e la leggerezza delle forme sinuose, libere, plastiche. E l’esigenza quasi impellente di esplorare i campi dell’immanenza. E’ su questa dicotomia tra reale e metafisico che si muove «Cosmic prelude» la personale di Roberta Ciaurro, artista tarantina, allestita negli spazi della Momart Gallery in via Madonna dell’ Idris, nei rioni Sassi di Matera fino al 23 aprile. La sua è un’arte minimale da cui traspare la costante ricerca di forme e linee a cui imprime movimento, generando un flusso continuo di rimandi e pensieri che riversa in opere, capaci di raccontare attraverso giochi di luce e fasce di colore, «scorci di vita» e paesaggi esistenziali. Creazioni essenziali ma innovative, dal gusto minimale che si ritrova nelle strutture elementari e nelle superfici bidimensionali, mai impersonali, fredde, antiespressive. Anzi, in ogni piega, in ogni linea, in ogni movimento sinuoso della materia, in ogni contrasto cromatico e in ogni scelta tonale, riversa non solo il suo universo interiore, ma anche un sapere frutto di un percorso artistico perfezionato all’ Accademia di Belle Arti di Bari, che nel tempo, racconta l’artista «mi ha portata a cimentarmi con tecniche sperimentali che spaziano dalla pittura alla fotografia, per approdare al contatto con la materia, iniziato con il collage della carta per poi arrivare ai tessuti, prima solo cotone e cotonella poi raso e tessuti plastici che, modellandoli, mi permettono di raccontare ciò che mi circonda e le sensazioni che il comportamento umano e i moti della natura mi trasmettono». Strutture minimali dove «l’estetica, l’eleganza, la psicologia della forma e la disposizione del colore diventano i capisaldi dei suoi lavori, vere e proprie installazioni- spiega Valerio Vitale critico d’arte- Dall’utilizzo dei tessuti, passa quindi alla sperimentazione di materiale differente, come il vinile di colore oro e argento, creando opere ibride, quasi delle sculture». Nelle sue opere accanto ai colori dalle tonalità tenui, come in «Marea» , in « The elegance of alexithymia» in « Malìa» o in « The Juliet poison», si ritrovano il bianco e nero, un contrasto cromatico che se da un lato intende trasmettere un senso di candore e di luce, dall’altra spinge l’osservatore verso una riflessione più intima, spronandolo a cogliere, tra le pieghe dei tessuti, l’essenzialità invisibile al primo sguardo. Così accade in «Black widow binary» o in «Euphoria» dove la tela scura viene marcata da una striscia di bianco, o infine in « Pamperism in evening» dove le linee nere verticali sembrano volersi riappropriare dello spazio, un movimento che dal basso si spinge verso l’orizzonte. Le sue opere intendono immergersi e descrivere i moti dell’universo, cosa accade alla terra, allo spazio, all’intera galassia mentre «noi» siamo coloro che l’abitiamo ordinariamente. Tutto ciò è evidente nell’ultima serie di Costellazioni, Via Lattea, asteroidi, paesaggi ancestrali e inarrivabili scolpiti su lastre di tessuti metallici dove è possibile specchiarsi per deformare la propria presenza. La mostra «è la prima di una programmazione che si svolgerà per tutto il 2023 – dice Monica Palumbo direttore artistico della Momart Gallery».
Orari di apertura: dal venerdì alle domenica 10-13 / 16 19.