“Nel realizzare questa prima grandissima opera d’arte abbiamo messo davvero il cuore sia per stilare il progetto sia per dar forma a questo progetto. Vedere tanta gente condividere, raccogliere i contenuti dei temi evangelici ed emozionarsi mi ha fatto capire che il Carro è riuscito.”
È il Carro dell’attesa e allo stesso tempo il Carro delle emozioni quello firmato dal Maestro Eustachio Santochirico che finalmente può essere ammirato dai materani. Spiccano i colori, decisi, vivaci; risaltano le rifiniture accurate, la varietà ricchezza degli elementi raffigurati. Il manufatto, inoltre, è stato decorato con le foglie in cartapesta e i fiori in carta velina realizzati da quanti avevano accettato negli ultimi due anni l’invito del Maestro Santochirico e dell’Associazione Maria Santissima della Bruna presieduta dal dottor Bruno Caiella.
È un Carro che porta con sé diversi significati, in primis il valore dell’integrazione e del prendersi cura, rispecchiando il tema scelto dalla Diocesi di Matera-Irsina “Zaccheo, oggi devo fermarmi a casa tua (tratto dal Vangelo di Luca capitolo 19 versetto 5) – La Cattedrale, casa di Dio tra le case degli uomini” – un tema legato anche al 750° anniversario del completamento della costruzione della Cattedrale di Matera.
“Sto ricevendo tanti apprezzamenti dalle persone che vengono a vederlo – afferma Il Maestro – e, devo dire la verità non mi aspettavo così tanto entusiasmo. Sarà stata l’attesa, sarà stata anche la passione che abbiamo messo per realizzare questo lavoro. Adesso le soddisfazioni sono moltissime”.
Ha collaborato con il Maestro un team composto da Francesco ed Egidio Di Gilio (Accettura, legno e design), Claudia Passarelli (Matera), Giuseppina Cetani (Grassano), Niccolò Montemurro (Matera), Nicola Andrisani (Matera), Massimo Matera (Matera), Raffaele Calabrese (Montescaglioso), Isabella Loreto (Matera), Rosanna Larato (Santeramo), Gennaro Andrulli (Matera) e Bruna Barbaro. Molti, tra i ragazzi, sono membri della Cooperativa Sociale “Oltre L’Arte” di Matera.
Il manufatto è custodito nella Fabbrica del Carro, nel rione Piccianello, intitolata al Maestro Michelangelo Pentasuglia del quale Santochirico è stato allievo: fu lui a suggerirgli di seguire nella sua bottega corsi in tufo e cartapesta.
Rossella Montemurro