Ipocondriaco, insicuro, irrisolto, pieno di difese: Alfonso della realtà coglie sempre le ombre. È lui il protagonista de Il dispositivo interno (Altrimedia Edizioni, prefazione di Andrea D’Urso) di Giampaolo Salvatore: un romanzo ritmato, ricco di tematiche di estrema attualità e, tra le righe, spunti e consigli da cogliere al volo. Innegabile, infatti, l’impronta dell’autore, psichiatra e psicoterapeuta.
“Irene con il suo pianto vuole dirmi che mi sta già tradendo, perché non l’ho mai capita. E in fondo ha ragione, perché io non solo non la so capire, ma non la voglio capire. Perché secondo me in un amore, come in un racconto o in un film, quello che conta, e che lo tiene in piedi, sono le ombre. Ciò che non capiamo. Ciò che impatta con noi in un punto intermedio della sua traiettoria verso il significato, che sta al di qua delle parole, che le parole mascherano più che mostrare. Le scritte in lontananza che gli occhi miopi cercano di mettere a fuoco senza riuscirci, perché le lettere si sovrappongono.”
Editor in una piccola casa editrice, Alfonso ha una relazione con Irene che si regge ormai solo su una gelosia morbosa. È convinto che la donna, segretaria di uno studio di psicoterapia, sia l’amante dello psicoterapeuta per cui lavora. Nel frattempo, la routine scandita dai tormenti su malattie immaginarie e tradimenti subisce uno scossone quando si ammala – davvero – Oreste, il suo amico di infanzia.
Scrive Andrea D’Urso nella prefazione: “Profondità, stile e tono. Le principali dimensioni spirituali della narrazione ci sono tutte. La profondità è quella invisibile della superficie, quella che si mimetizza in essa, quella più complessa da asportare. Lo stile è sobrio come il secondo bicchiere di un buon vino, è elegante come un abito quotidiano tagliato su misura, è scorrevole ma non nell’accezione consona ai romanzi di Ken Follett, che si legge tutto d’un fiato insomma, piuttosto la lettura può essere paragonata a una lenta e variegata degustazione, quando poi all’improvviso ti rendi conto che hai letto trenta pagine consecutive senza mai staccare gli occhi dalla pagina. Il tono infine è fermo e simultaneamente effervescente, è lebowskiano e simultaneamente risoluto, è garbato e simultaneamente irriverente, perché Giampaolo Salvatore non ci mette nulla a disossarti la realtà come un pollo a tavola”.
Giampaolo Salvatore è autore di numerosi articoli sul trattamento dei disturbi gravi di personalità e della schizofrenia, pubblicati su riviste internazionali. È autore del volume divulgativo Il tao della psicoterapia, e coautore di numerosi volumi tecnici tra i quali Corpo, Immaginazione e Cambiamento. Ha esordito nella narrativa nel 2015 con la raccolta di racconti Nati a perdere; nel 2018 è uscito il suo primo romanzo, Lo psicoterapeuta in bilico. Nel 2019 con Chiara Gambino ha pubblicato per Altrimedia Edizioni Mai più indifesa.