Al Museo Archeologico Nazionale di Matera un viaggio all’interno della cultura alimentare della Regione Basilicata con la mostra esperienziale “Geoportale della Cultura Alimentare: cibo e territorio lucano”.
Converge in questa esposizione il complesso lavoro di ricerca e mappatura delle eccellenze dei saperi e dei sapori lucani condotto, e tuttora in corso, dal GeCA, volto a raccontare le pratiche, le tradizioni e le memorie collettive legate al cibo e che afferiscono ad un unico e vasto patrimonio immateriale da tutelare e divulgare.
A Matera è tornato il progetto promosso dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (MIC – Ministero della Cultura), finanziato dal PON “Cultura e Sviluppo” e sostenuto dalla Regione Basilicata con la collaborazione dell’Università degli Studi della Basilicata.
Il percorso di presentazione del GeCA era partito questa primavera proprio dalla Basilicata, eletta regione pilota, e ha risalito lo stivale facendo tappa in contesti e territori che condividono la stessa mission: Liguria, Piemonte, Veneto, Puglia, Marche, Emilia Romagna. Un percorso fatto di azioni promozionali che interagiscono e concorrono alla divulgazione dell’unicità del patrimonio immateriale enogastronomico.
Siamo a fine anno, e prima di riprendere il suo viaggio di sensibilizzazione e promozione in altre Regioni italiane, il GeCA è tornato a casa, con una presentazione del lavoro di ricerca e mappatura svolto fino ad oggi con una mostra esperienziale, un percorso espositivo di diverse tappe all’interno della Regione.
Lo spirito del Geoportale nel progetto della Basilicata punta a valorizzare il patrimonio immateriale lucano rendendo fruibili le informazioni di questa meravigliosa Regione che molto ha da raccontare attorno all’eno-gastronomia, offrendo supporto allo sviluppo dei territori in chiave turistico-culturale.
A questo proposito, uno dei racconti più rappresentativi della memoria lucana è legato al timbro del pane, uno dei simboli dell’arte pastorale della Murgia materana. Il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” di Matera, custodisce infatti un cospicuo numero di questi preziosi manufatti, ed è anche il luogo scelto per ospitare la mostra del Geoportale sulla cultura alimentare lucana, in virtù della mission condivisa di valorizzazione del patrimonio demoetnoantropologico del territorio.
Il Museo Nazionale Domenico Ridola di Matera rappresenta dunque il fulcro di questo progetto assieme alla Direzione Regionale Musei Basilicata che ha come ambito di riferimento i comuni di: Grottole, Miglionico, Pomarico, Ferrandina, Grassano, Salandra, Pisticci, Irsina. Un insieme di luoghi d’interesse storico-culturale di grande valore per il patrimonio enogastronomico che merita uno sviluppo dell’attrattività turistica.
Il percorso narrativo della mostra, in scena fino al 27 febbraio 2022, accompagna lo spettatore con pannelli espositivi e strumenti multimediali, alla scoperta di tre macro aree tematiche dedicate al cibo, di cui si indaga il rapporto fra storico e contemporaneo, fra sapori e migrazioni, fra socialità e gioco.
La tappa finale propone un’esperienza interattiva che permette all’utente di vivere o ri-vivere i contesti eno-gastronomici legati alle eccellenze protagoniste della mostra: un’installazione dove il visitatore è invitato a vivere un’esperienza di realtà immersiva caratterizzata da un forte impatto emozionale e fruibile attraverso visori di realtà virtuale.
In questa prospettiva giocano un ruolo fondamentale le Regioni, le Istituzioni locali e le singole Comunità, per concertare in modo sinergico un grande coinvolgimento e racconto collettivo. L’importanza di unirsi e fare rete è finalizzata alla conservazione della memoria da restituire alle future generazioni per non dimenticare l’evoluzione della nostra cultura e del suo straordinario Patrimonio culturale.
La missione del Geoportale della Cultura Alimentare, condivisa con l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, è quella di diffondere la cultura del Patrimonio Immateriale su tutto il territorio nazionale, promovendo le nuove iniziative adottate nel progetto Basilicata. Attraverso le tecnologie digitali, gli archivi, gli eventi, la comunicazione e le ricerche, realizzate ad hoc per la Basilicata, s’intende dare visibilità al territorio nazionale e all’eccezionale ruolo che la cultura alimentare svolge nella sua valorizzazione.
Fa parte di questa vision il restyling in corso del sito, volto a una comunicazione più immediata e fruibile. Protagoniste assolute di questo nuovo layout sono le micronarrazioni, brevi video di narrazione ed esemplificazione delle tradizioni enogastronomiche locali, testimonianze dirette e memorie di produttori che valorizzano e perpetuano l’imperitura cultura alimentare per un futuro senza tempo. Alcune di queste micronarrazioni di contesto saranno inserite nel percorso espositivo della mostra.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 27 febbraio 2022, per poi spostarsi in altre città della Basilicata e concludere il tour al Castello di Lagopesole nell’estate 2022.
GEOPORTALE DELLA CULTURA ALIMENTARE
Il Geoportale, nato con Expo2015 per volontà del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, ha l’obiettivo di raccogliere, produrre e divulgare la cultura etnoantropologica legata al cibo. La continuità del progetto, a conclusione del grande evento meneghino, è stata trasferita alla Direzione dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale che opera condividendo i valori della Convenzione UNESCO 2003 sui beni immateriali come patrimonio dell’umanità. Il Geoportale della Cultura Alimentare scaturisce dalla volontà di condividere in un’unica identità digitale gli archivi documentali presenti sul territorio nazionale connessi al cibo, con lo scopo di contribuire allo sviluppo dei territori su base turistico-culturale. Quest’insieme di dati raccolti inizialmente a scopo scientifico si sono trasformati, attraverso il Geoportale, in un bene accessibile al pubblico. L’intero progetto è il risultato di un lavoro di ricerca e sviluppo condotto dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Inoltre, negli anni, hanno contribuito alla sua crescita altri Enti quali la Regione Umbria e l’Ente Regionale Patrimonio Culturale della Regione.